sabato 7 giugno 2014

La bambina dagli occhi pistacchio



Una fiaba illustrata di Roberto Gentili e Dario Greco

INTRODUZIONE

"Il grande inganno che nessuno vuole svelare, è che ci fu un tempo in cui il mondo viaggiava ad un altra velocità. Draghi, elfi e fate del bosco, erano svanite per lasciare il posto a strani ingranaggi di arcana tecnologia.

Solo pochi eletti possessori e portatori di Luce ricordavano e sapevano cosa era stato. Il mondo aveva rinnegato e dimenticato la scrittura.

Il ritorno della grande cultura orale e iconografica era tornata con prepotenza, vennero messi al bando gli scriba, vennero bruciati tutti i libri.

Il mondo tornò a vivere in un'oscurità medievale e non c'era più alcun contatto tra le persone dei diversi continenti..."

CONTINUA...




mercoledì 2 maggio 2012

Le Origini del Male



Si chiama Le Origini del Male ed è a servizio di diversi social network, twitter, facebook e linkedin, il brand Le Origini del Male, vuole rappresentare in modo veloce e comprensibile, le contraddizioni del vivere e del pensare odierno. Potrete seguire le strisce giornaliere su diverse pagine facebook come "A tempo perso" o "Pè Provocà" oppure dare un'occhiata di tanto in tanto al blog che le raccoglie e le contiene con l'omonimo titolo:

martedì 28 settembre 2010

Quando Davide provocò Golia Active Plus

Le sette regole d'oro del web marketing

I dinosauri si sono estinti mentre regnavano indisturbati sulla Terra. Non sapevano, non avevano la tecnologia per capire che la loro era stava per concludersi. Avessero avuto uno smartphone molte cose sarebbero andate in modo differente, credo. Ho sentito parlare spesso di web marketing ultimamente. Un metodo per lavorare redditizio e divertente, anche. Le “regole del gioco” sul web sono uguali a quelle del mercato tradizionale. Con delle eccezioni.

L’approccio. Grazie al web si e’ scoperto che e’ molto più efficace presentare un prodotto/servizio a diecimila clienti potenziali , che a 10 milioni di persone che invece pensano a tutt’altro. Gli investimenti. Sono molto più contenuti rispetto a campagne tradizionali. Sul web con poche migliaia di euro è possibile creare un tormentone e avviare una strategia marketing redditizia ed efficace. La sostanza. Si sente spesso di gruppi su Facebook composti da migliaia di utenti, video su YouTube visionati milioni di volte, portali con innumerevoli accessi, ma senza una vera sostanza alla base, si è solo perso tempo.

Tutti questi numeri non valgono nulla se non fanno parte di una strategia precisa volta a “spingere” un vero prodotto, un vero servizio o un’azione di cross selling. Il web marketing e’ un mezzo per raggiungere un obiettivo ed a patto che lo scopo non sia esclusivamente “avere grandi numeri”, e’ prudente non farsi coinvolgere in una spasmodica ricerca di utenti fine a se stessa. – Know-how.

A tutt’oggi jurassiche dirigenze sono convinte che anche sul web occorrano investimenti milionari per ottenere risultati tangibili. Al contrario, la new strategic concept, gestita da “menti giovani”, sta dimostrando che investimenti oculati e del tutto monitorabili sono la giusta ricetta per imporsi e scalare le vette del word wide web. Conoscenza e sostanza, nulla di nuovo, ma con la novità che nel web approcci ed investimenti sono alla portata di ogni mente brillante senza essere dei giganti multinazionali. Prepariamoci quindi a vedere sempre più Davide che sconfiggeranno Golia, active plus, forse…


Parola di Peppario

domenica 26 settembre 2010

Indie Snob di tutto il mondo: SVEGLIATEVI !

Sono loro, i nuovi trentenni, radical chic, o indie snob se preferite! Hanno trent' anni, vanno a sentire dal vivo Bruce Springsteen, non si perdono un concerto jazz manco se devono fare 120 km senza nemmeno conoscere bene il luogo dove si terrà lo spettacolo. Modificano il loro curriculum mensilmente, ma intanto passano le loro giornate dentro i call center, o fanno i dottorati di ricerca.

Credono di aver capito il senso della vita solo perché ascoltano Tom Waits. Usano l’ironia come se fosse uno scudo medievale. Vestono come se avessero ancora 18 anni, portano scarpe slacciate, rigorosamente Converse All Star, giacchetti finto militari, ma a stento hanno fatto la visita militare. E sembrano tutti spettinati, nonostante una delle loro attività preferite è quella di stare in bagno davanti allo specchio fingendo di suonare una Fender immaginifica.

Vivono per lo più coi genitori, ma passano tutti il tempo a progettare viaggi e sbandierare la loro prensunta indipendenza e voglia di stare per i fatti propri. Sono in mezzo a voi, fanno la fila ai supermarket con finta nonchalance, trasudano imbarazzo anche quando bevono il caffè al bar.

Hanno tutti un segno distintivo, un portamonete sistematicamente vacante. Alle spalle carriere universitarie discutibili, sogni di gloria a calcare palchi e provando ogni tipo di strumento o disciplina artistica. Voi li chiamerete pure indie snob, ma io li chiamo per quello che sono: dei falliti senza arte né parte. Per loro tutto è figo geniale, grandioso, stupendo! Aho l’hai sentito er disco dei” Nunlicake Manku Lamadre”, è da paura! Sentilo! Sentilo!

giovedì 23 settembre 2010

Una canzone per Hank Williams



Una canzone di Hank Williams vale almeno cinquemila blog e qualche dozzina di scrittori emergenti.

Ho sempre osservato le cose dalla strada, ero incollato con la faccia sulla vetrina di tutto, vestiti troppo costosi, chitarre che non potevo permettermi, dolci che non dovevo mangiare, ossessionato da un’idea di rinuncia e austerità, che non trovava soluzioni. Finché mi sono detto:- ma chi se ne frega!

Adesso tutto quello che vorrei è una carezza da una giovane collega, un fiore cresciuto in mezzo a questa montagna di merda, in mezzo allo squallore di questi giorni e di questi anni senza senso, e sto parlando di una persona che si imbarazza, e sto parlando di una persona semplice ma reale, ve le ricordate le persone semplici voi altri?

Ho sempre osservato le cose dall’esterno, anche quando stavo male, stavo male da fuori, anche quando amavo, amavo da fuori come se lei fosse un qualcosa di esterno, come se io fossi un’impalpabile damerino, un debosciato pronto per la debacle, ogni momento, sempre vissuto con il pilota automatico, come se potessi mollare il fardello sulle spalle di qualcun altro, ma quando c’è da pagare sta tranquillo che ti vengono a pizzicare ed è proprio te che vogliono, quello che stanno cercando, puoi farti chiamare con un nick name, fare il cretino che non capisce, ma capiscono bene quelli, per te e per tutto...

E allora? Che senso aveva fingere e stare tutto il tempo a pensare che eri un altro.. chi eri? Un altro? Quello che non valeva niente che non aveva tempo per vivere per impegnarsi eri tu, l’uomo che non voleva rischiare e invece stava rischiando di non vivere!

E i bei momenti finiscono, questo si sa, ma se non ce ne sono mai stati, questo sembra davvero una tragedia! E lo sarebbe pure, se lui fosse reale, se fosse un vero uomo… una persona da giudicare con delle leggi morali, ma non è così, vero?
Demetrio Nazionale, con un’idea cromatica della memoria, raccontava una pagina del suo passato; un concerto che per lui fu doloroso: una vita spesa per capire che nulla è poi così scontato.

Sto parlando chiaro, meglio che posso, dico ciò che penso..

martedì 21 settembre 2010

Limousine Socialist



"Ieri pomeriggio osservavo dal mio balcone al quinto piano le acque del Seveso, praticamente una fogna che scorre sotterranea intorno a casa mia, ormai straripate alzarsi sempre di più impedendomi di uscire e bloccando tutto il quartiere. Dopo un po' sarebbe saltata anche la corrente elettrica e l'acqua corrente lasciandoci senza per circa sei ore. Mentre pensavo di farmi la doccia con la birra e lavarmi i denti con il gin tonic, e rimpievo la casa di candele di tutti i colori e anche l'ipod si scaricava, tutto è tornato. Ho ripreso a fare quello che stavo facendo prima del black out, cioè ascoltare musica. Sto ascoltando il nuovo Ryan Bingham, prodotto da T-Bone Burnett, che è decisamente il suo disco più intimo e dylaniano di tutti, tra echi di Tombstone Blues e Girl from North Country"
(tratto dal blog The Red River Shore di Paolo Vites)

Il nostro grande guru Vites in poche battute racchiude il concetto di Limousine Socialist che ormai da tempo cerchiamo di descrivere. Grazie Paolo, come sempre sei un maestro per noi indie snob un po' nostalgici del mainstream rock & Americana.

Viva Paolo e viva i Limousine Socialist